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Venezia: molti italiani alla 71esima mostra internazionale d'arte cinematografica - Art Spettacoli
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Venezia: molti italiani alla 71esima mostra internazionale d’arte cinematografica

cinemaitalia

Quando il programma è stato annunciato, l’assenza di quei titoli internazionali di grande richiamo in cui molti speravano, ha lasciato qualche strascico di delusione. E in effetti la 71esima mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia non avrà quei nomi a cui i frequentatori del red carpet sono stati abituati negli anni passati.

Ma non per questo la scaletta è meno ricca. Sotto la volta del Palazzo del Cinema e lo sguardo di Antoine Doinel, il protagonista de I 400 colpi di Truffaut, film a cui il disegnatore Simone Massi si è ispirato per la locandina di quest’anno, ospiti che ritornano, come l’ormai immancabile Kim Ki Duk (di cui l’anno scorso abbiamo scritto), un cinema italiano che fa sentire il suo peso, e stelle del cinema indipendente e impegnato.

Primo tra tutti James Franco, presenza ormai consolidata al Lido, che con The sound and the Fury, si impegna per la seconda volta con Faulkner. Anche Frances Mc Dormand sarà al Lido per presentare Olive Kitteridge, la miniserie ispirata ad un racconto del premio Pulitzer Elizabeth Strout e ritirare il premio Persol.

Tra le star, Al Pacino vanta una doppia presenza: è protagonista di The Humbling di Barry Levinson e di Manglehorn, film in concorso che vede per il secondo anno di fila al Festival il regista David Gordon Green (menzionato da Tafter nella scorsa edizione). L’affascinante Viggo Mortensen, che approda a Venezia ad intervalli regolari dopo The Road e A dangerous method, sarà stavolta protagonista del film sulla guerra civile algerina Loin des Hommes.

Da segnalare anche la versione integrale di Nymphomaniac di Lars Von Treir, l’occasione per accedere al racconto autobiografico, uscito già in Italia in versione ridotta, di una ninfomane, interpretata da Charlotte Gainsbourg. Dopo Cannes e Berlino, quali sorprese riserverà al Lido l’apparizione del regista più anarchico e polemico della storia dei Festival?

Impegnata a giudicare i 20 film in concorso, la giuria capitanata dal musicista francese Alexandre Desplat, avrà da scegliere tra i grandi nomi di un cinema attento alla narrazione del contemporaneo. Alejandro Gonzales Inarritu, regista di Babel, Amores, Perros e 21 grammi aprirà la mostra con Birdman or (The unexpected virtue of Ignorance), un condensato di indagine psicologica, travaglio esistenziale e metodica osservazione della realtà narrato sotto forma di commedia nera.

Il nome di Joshua Oppenheimer, sconosciuto fino al 2013, quando il pubblico di tutto il mondo è stato travolto da The Act of Killing, lo sconcertante documentario sulle purghe anticomuniste in Indonesia, è in calendario con The look of silence. Il regista torna ad affrontare il genocidio prendendo il punto di vista delle vittime. Le implicazioni morali della guerra, pur in due diverse epoche storiche, sono protagoniste di Good Kill, film del regista indipendente Andrew Niccol, con Ethan Hawke, e di Nobi (Fires on the plain) del giapponese Shinya Tsukamoto. Tra le attese, che sicuramente terranno in coda per ore ai piedi del red carpet le fan nella speranza di autografo e stretta di mano, c’è anche 99 Homes, il film con Andrew Garfield alla prova del nove dopo Spiderman.

Balza sicuramente all’occhio la presenza, in misura maggiore che negli altri anni, del cinema italiano, in concorso e fuori concorso.

Nella selezione ufficiale si distingue Il giovane Favoloso di Mario Martone. Il regista si misura ancora una volta con il film in costume, portando sul grande schermo la vita di Giacomo Leopardi, interpretato da Elio Germano. Italiano, ma girato negli Stati Uniti è Hungry Hearts di Saverio Costanzo. Il regista de La solitudine dei numeri primi dirige in inglese Alba Rohrwacher accanto ad Adam Driver, per una storia sulla maternità e sulla famiglia. Francesco Munzi propone in concorso Anime Nere, una storia di malavita. E sulla connivenza tra Stato e mafia, in chiave di documentario, La Trattativa è l’agguerrito film di Sabina Guzzanti che, tra politica e storia italiana, lascia intuire che un forte impegno civile caratterizzerà anche Belluscone, una storia siciliana per la regia di Franco Maresco. Gabriele Salvatores si misura con il documentario in una forma sperimentale: Italy in a day – Un giorno da italiani è un montaggio di video diversi che raccontano la quotidianità nel nostro Paese. Infine, merita una menzione come produzione tra Francia, Italia e Belgio Pasolini di Abel Ferrara, il film dove Willem Defoe, accanto ad alcuni volti del cinema nostrano, farà rivivere gli ultimi giorni nella vita dello scrittore e regista.

tafter.it






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