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“Non ti pago”, regia di Luca De Filippo dal 21 marzo al 2 aprile

NON TI PAGO di Eduardo per la regia di Luca De Filippo

Dal 21 marzo al 2 aprile al Piccolo Teatro Strehler

Non ti pago

Torna l’ultima regia di Luca De Filippo

Un classico della comicità di Eduardo

con Gianfelice Imparato e Carolina Rosi

Luca De Filippo se n’è andato appena spenti gli applausi al suo ultimo spettacolo, Non ti pago, che, nel novembre 2015, tenne il palcoscenico del Teatro Strehler, con enorme successo ogni sera, per due settimane.

Non aveva potuto recitare, Luca De Filippo, ma lo spettacolo era suo e il pubblico di Milano così lo ha sentito, capito, amato. 

La Compagnia di Teatro di Luca De Filippo ha deciso di riproporre lo spettacolo sia per portare avanti quelli che erano i progetti di Luca sia per dare compimento al suo desiderio di non fermare il lavoro della compagnia: «Luca ci mancherà sulla scena, ma ci ha lasciato una precisa ed accurata regia, fedele ai tempi e alla scrittura di suo padre con una modalità tutta sua di dare continuità alla tradizione senza rinunciare a una propria identità».

Come lo stesso Luca De Filippo aveva stabilito, a sostituirlo è stato chiamato Gianfelice Imparato, un attore che con Eduardo si è formato e che, nei panni di Ferdinando Quagliuolo, si è dimostrato perfettamente a suo agio. Ad interpretare il ruolo di sua moglie Concetta è Carolina Rosi, figlia di Francesco, uno dei grandi Maestri del cinema italiano, che da anni in compagnia interpreta i principali ruoli femminili.

Non ti pago fa parte della produzione dei “giorni pari” ed è uno dei testi più noti della prima drammaturgia eduardiana. Andato in scena per la prima volta nel 1940, è una storia che parla di sogni, vincite al lotto, superstizioni e credenze popolari di un’umanità dolente e sfaccendata, che nella cruda realtà quotidiana fatta di paure, angosce e miseria non rinuncia però alla speranza, all’illusione, all’ingenua attesa di un colpo di fortuna che determini un futuro migliore.

Non ti pago è commedia tra le più brillanti del repertorio eduardiano che lo stesso grande drammaturgo napoletano ha definito «una commedia molto comica che secondo me è la più tragica che io abbia mai scritto». Ferdinando Quagliuolo, gestore di un botteghino di banco lotto a Napoli, gioca con accanimento ma non indovina mai un numero vincente. Al contrario, il suo impiegato e futuro genero Mario Bertolini, interpretando i sogni, colleziona vincite su vincite fino ad arrivare a “fare quaterna” con i numeri dati in sogno dal defunto padre del suo datore di lavoro. Accecato da una feroce invidia Don Ferdinando si rifiuta di pagargli la vincita e rivendica il diritto di incassare la somma per se. Egli sostiene che lo spirito di suo padre avrebbe commesso un involontario scambio di persona recandosi per errore nella vecchia abitazione della famiglia Quagliuolo dove ora risiede il giovane Bertolini. La commedia si sviluppa intorno ai vari tentativi di Ferdinando di appropriarsi del biglietto vincente con esasperate contese, dispute surreali e grottesche maledizioni.

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Art Spettacoli

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