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“Masculu e Fìammina”, Saverio La Ruina – dal 13 al 18 dicembre

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Piccolo Teatro Studio Melato (Via Rivoli, 6 – M2 Lanza),
dal 13 al 18 dicembre 2016
Masculu e Fìammina
Dialogo con la madre
di e con Saverio La Ruina
produzione Scena Verticale

Il primo reading in fieri è stato presentato a settembre 2015 nell’ambito del festival Garofano Verde di Roma.

In Masculu e Fìammina, diretto e interpretato da Saverio La Ruina, che con questo spettacolo – al Teatro Studio dal 13 al 18 dicembre – calca per la prima volta il palcoscenico del Piccolo, un uomo semplice parla con la madre che non c’è più.

La va a trovare al cimitero, si racconta a lei, le confida con pacatezza la sua omosessualità, l’esistenza intima che viveva e che vive.

Non l’ha mai fatto, prima. Certamente questa mamma ha intuito, ha assorbito, ha capito tutto in silenzio. Senza mai fare domande. Con infinito, amoroso rispetto. Arrivando solo a raccomandarsi, quando il figlio usciva la sera, con un tenero e protettivo “Statti attìantu”. Ora, in lui, si scioglie un tipico confessarsi del sud, al riparo dagli imbarazzi. Forse con un piccolo indicibile dispiacere di non aver trovato prima, a tu per tu, l’occasione di aprirsi, di cercare appoggio.

E affiorano, nel figlio, memorie e coscienze di momenti anche belli, ripensando a certi incontri con uomini, capaci di procurare tuttavia una felicità solo effimera, perché le cose segrete nascondono mille complicazioni, destini non facili, rotture drammatiche. Nei riguardi di quella madre, pur così affettuosa e misteriosamente comprensiva, si percepisce comunque qualche rammarico, qualche mancata armonia. Ma tutto è moderato, è fatalistico, è contemplativo.

Saverio La Ruina è tra gli attori più premiati della scena italiana. Tra i maggiori riconoscimenti: due Premi Ubu 2007 con Dissonorata (‘miglior attore’ e ‘nuovo testo italiano’), il Premio Ubu 2010 con La Borto (‘nuovo testo italiano’), il Premio UBU 2012 (‘migliore attore’ per l’interpretazione di Italianesi), il Premio Hystrio alla Drammaturgia 2010, il Premio Lo Straniero 2015, il Premio Enriquez 2015.

Dallo spettacolo che l’ha rivelato, Dissonorata, a quello che ha confermato il suo talento, La Borto, La Ruina con pochi elementi scenici – un abito, due ciabatte, una sedia – riesce a dare vita a personaggi femminili indimenticabili. Donne del sud, offese, ferite ma orgogliose. Con il suo lavoro più recente, Polvere, sposta l’attenzione sull’uomo, essendo la violenza sulle donne soprattutto un problema degli uomini.

Saverio La Ruina si forma come attore alla Scuola di Teatro di Bologna diretta da Alessandra Galante Garrone e lavora, tra gli altri, con Leo De Berardinis e Remondi & Caporossi. Nel 1992 fonda la compagnia teatrale Scena Verticale, con la quale è presente nei maggiori festival e teatri italiani e all’estero. Dal 1999 è Direttore artistico del festival Primavera dei Teatri.






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