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IL PADIGLIONE ARMENO BIENNALE DI VENEZIA 2015

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In quest’anno simbolico, 2015, il Ministero della Cultura della Repubblica dell’Armenia dedica il suo Padiglione partecipante alla 56. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia agli artisti della diaspora armena, collocato per l’occasione al Monastero Mekhitarista dell’Isola di San Lazzaro degli Armeni e servito da vaporetti pomeridiani con partenza dai Giardini.

Il concetto curatoriale di Armenity, rafforza la nozione di dislocamento e di territorio, di giustizia e di riconciliazione, di ethos e di resilienza cosi, indipendentemente dal loro luogo di nascita, ciascuno degli artisti parte di questo progetto porta con sé la memoria, l’identità e la verità delle sue origini. Un’adunata “transnazionale” sotto l’insegna di un’identità frammentata e dispersa, ricostruita e rinnovata con il talento di questi artisti, nipoti di coloro che sono sfuggiti al Genocidio Armeno nel 1915, il primo del XX secolo. Il loro radicato interesse nei confronti dell’identità e della memoria si sovrappone sapientemente alle nozioni di territorio, confine e geografia. Che siano nati a Beirut, Lione, Los Angeles o al Cairo e ovunque essi vivano, questi cittadini globali mettono costantemente in discussione e reinventano la loro armenità.

Gli artisti presenti saranno: Haig Aivazian, Libano; Nigol Bezjian, Siria/USA; Anna Boghiguian, Egitto/Canada; Hera Büyüktaşçıyan, Turchia; Silvina Der-Meguerditchian Argentina/ Germania; Rene Gabri & Ayreen Anastas, Iran/Palestina/USA; Mekhitar Garabedian, Belgio; Aikaterini Gegisian, Grecia; Yervant Gianikian & Angela Ricci Lucchi, Italia; Aram Jibilian, USA; Nina Katchadourian, USA/Finlandia; Melik Ohanian, Francia; Mikayel Ohanjanyan, Armenia/Italia; Rosana Palazyan, Brasile; Sarkis, Turchia/Francia; Hrair Sarkissian, Siria/UK.

Il catalogo pubblicato da Skira, Milano, presenterà riproduzioni a colori e testi in inglese e armeno. Prefazioni, introduzione e testo curatoriale saranno seguiti da pagine dedicate a ciascuno degli artisti, con testi degli artisti stessi, o saggi di critici d’arte e autori (Ruben Arevshatyan, Cecile Bourne, Ginevra Bria, Adam Budak, David Kazanjian, Berthold Reiss, Gabi Scardi, Hrag Vartanian) e altre pagine con le immagini, disegni e collages delle opere. La terza parte del catalogo conterrà saggi della storica d’arte e curatrice indipendente con base a New York, Neery Melkonian, e di Stephanie Bailey, scrittrice d’arte e editor di Ibraaz di Londra. In calce al volume vi sarà una sezione contenente le traduzioni in armeno di tutti i testi.

Oltre al catalogo, sarà pubblicato un libro di poesie composto di una selezione di poemi di 12 poeti armeni nati dopo il genocidio armeno e la rivoluzione russa e tradotto in francese dal poeta svizzero-armeno Vahé Godel. Il libro comprenderà un saggio dell’autore e una selezione di traduzioni armene delle poesie.

Nel contesto di Armenity, verrano presentati all’Anfiteatro dell’Arsenale dal 5 all’11 settembre una serie di performance, dibattiti e video proiezioni di artisti, poeti e registi indipendenti originari dell’Asia Minore.

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