Piccolo Teatro Grassi (via Rovello, 2)
dal 7 al 12 ottobre 2014
Intrigo e amore
di Friedrich Schiller
adattamento e regia Lev Dodin
scene Alexander Borovsky
luci Damir Ismagilov
collaborazione artistica Valery Galendeev
musica Ludvig van Beethoven
completano la drammaturgia testi di Jean-Jacques Rousseau e Otto von Bismarck
traduzione dal tedesco Nikolay Liubimov
con Igor Ivanov, Danila Kozlovsky, Ksenia Rappaport, Igor Chernevich,
Sergey Kuryshev, Tatiana Chestakova, Elizaveta Boyarskaya/Ekaterina Tarasova (in alternanza)
e con Artur Kozin, Leonid Luzenko, Evgeniy Sannikov,
Stanislav Nikolkiy, Stanislav Tkachenko, Vladimir Shilling
produzione Maly Drama Teatr di San Pietroburgo
con il supporto del Ministero della Cultura della Federazione Russa
Lev Dodin torna a Milano e, a rinnovare il lunghissimo rapporto artistico che lo lega al Piccolo Teatro dal 1992, anno di Gaudeamus al Teatro Lirico, sceglie un classico, Intrigo e amore di Friedrich Schiller. La nuova produzione del regista russo, vincitrice di due ‘Maschere d’oro’ come migliore spettacolo e migliore scenografia, va in scena dal 7 al 12 ottobre, in prima nazionale, nella sala storica di via Rovello, a distanza di tre anni dal trittico – Tre sorelle, Zio Vanja e Vita e destino – riproposto con straordinario successo nel 2011. Ne scrive il Guardian: “Giovane e affilata come una spada, un’amara riflessione sulla politica che, per Dodin, si traduce in una machiavellica, spietata, cinica forma di corrotta oppressione”.
Il dramma di Schiller è la storia di un amore puro e contrastato. Il giovane Ferdinand, figlio del nobilotto locale, il Presidente von Walter, andando a lezione di musica dal maestro Miller, si innamora dell’unica figlia di lui, Luise. I due giovani si amano appassionatamente e disinteressatamente, alieni da qualunque meschinità, all’opposto delle rispettive famiglie. Von Walter spera che per il figlio sia soltanto un capriccio e gli impone di sposare Lady Milford, la favorita del Duca. Irritato dal rifiuto di Ferdinand, assieme al segretario Wurm e alla stessa Milford – che pure si è realmente innamorata di Ferdinand – ricatta la povera Luise, minacciandone la famiglia e costringendola a dichiarare il falso, dietro vincolo di giuramento. Il dramma fu tradotto da Giuseppe Verdi in musica con il titolo Luisa Miller (1849).
“Come nell’Amleto di Shakespeare – spiega Lev Dodin – il ritorno di Ferdinand a casa, dopo essere stato a studiare lontano, è un elemento fondante della storia. Il padre lo ha mandato all’Università per farne il proprio successore, ma Ferdinand è tornato con la mente cambiata, con un sentire totalmente diverso, con una nuova scala di valori. Ferdinand si confronta con il proprio universo e non vi si riconosce… Fugge dal mondo che lo circonda e sceglie una realtà altra, più autentica, naturale, sceglie l’amore. Non è più Schiller a parlare, qui, ma Rousseau… Ferdinand e Luise sono legati per l’eternità a doppio filo. Che siano uniti di fronte a Dio da un sacro vincolo o da un imperdonabile peccato, saranno insieme per sempre”.