Si è inaugurata venerdì 13 giugno, presso il Museo Marino Marini di Firenze, la mostra ”Gio Ponti e la Richard Ginori: una corrispondenza inedita”, visitabile fino al 21 luglio.
L’ esposizione è organizzata in collaborazione con il Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia, dal quale provengono la selezione di circa cinquanta opere ceramiche, tra le meno conosciute, molte delle quali non entrate in produzione seriale e dunque pezzi unici, ed una trentina di lettere dell’architetto/designer, per la maggior parte inedite, corredate da schizzi, disegni e indicazioni di fabbricazione.
Presentando i disegni e gli schizzi originali affiancati all’oggetto poi effettivamente realizzato a Doccia, i curatori Livia Frescobaldi Malenchini, Oliva Rucellai e Alberto Salvadori hanno inteso sottolineare il saldo legame tra idea e prodotto, e mostrare il metodo lavorativo di Gio Ponti, il quale si occupava in prima persona di ogni aspetto della produzione. Dall’evoluzione dalla prima idea, che assumeva spesso le forme di uno schizzo, al suo sviluppo, determinato e plasmato dal dialogo con la Richard Ginori, all’attenzione di Ponti non sfuggivano neppure l’aspetto promozionale e di comunicazione, al quale il designer fu tra i primi ad interessarsi, curando la presentazione grafica e fotografica del prodotto, creando confezioni ed etichette per i prezzi, inventando marchi e emblemi identificativi degli oggetti prodotti e dell’intera manifattura, progettando i padiglioni per le esposizioni, e persino discutendo le cifre con cui gli oggetti dovevano essere messi in vendita, valutandone la commerciabilità. Ponti curò anche le relazioni con la stampa, grazie anche alla rivista Domus, da lui stesso fondata nel 1928, ed i rapporti con critici più influenti, come Margherita Sarfatti, Ugo Ojetti, Roberto Papini, e con i clienti più prestigiosi.
Oltre ad offrire un approfondimento sullo straordinario modo di operare del designer nel contesto industriale e manifatturiero della società ceramica, il carteggio fra Gio Ponti, che lavorava a Milano, e la manifattura di Doccia, che comprende 230 lettere, fornisce dati utili per stabilire la cronologia e in certi casi persino l’attribuzione delle ceramiche.
Tra gli oggetti esposti, testimonianza delle committenze speciali ricevute da Ponti, spiccano un grande vaso a potiche blu in maiolica con bronzo dorato, richiestogli dalla Cassa di Risparmio delle Province Lombarde e parte di un importante trionfo da tavola commissionatogli dal Ministero degli Esteri per le ambasciate d’Italia in giro per il mondo, e la Bomboniera omaggio agli snob, che rappresenta, come ironico messaggio per l’elitario mondo culturale, due figure che danzano in abiti della tradizione popolare, affiancando la fantasia creativa e innovativa dell’artista alla classicità che pervade invece altre sue opere.
Gio Ponti iniziò a collaborare con la Richard Ginori nel 1922 e ne divenne il direttore artistico per un decennio, dal 1923 al 1933. Fu probabilmente il principale artefice del successo della società che, dopo la prima guerra mondiale, contava cinque stabilimenti produttivi ed era ormai una delle principali industrie ceramiche in Europa. Questo episodio di collaborazione tra il geniale designer italiano e la prestigiosa manifattura industriale, rappresenta un unicum nella storia, non solo per i meravigliosi oggetti realizzati ma anche e soprattutto perché costituisce il primo caso italiano di produzione artistica industriale.
Gio Ponti e la Richard Ginori: una corrispondenza inedita
Firenze, Museo Marino Marini
14 giugno – 21 luglio 2014